Uomini di parola!

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standupUomini di parola è l’esordio alla regia di un cinquantenne, Fisher Stevens, che dirige tre settantenni in un gangster movie dal colore crepuscolare e nostalgico. Hollywood ha spesso raccontato dei cosiddetti delinquenti della vecchia scuola alle prese con giovinastri avidi di denaro facile a ogni costo e, soprattutto, privi del senso dell’onore, sia pure delinquenziale. Per esempio Kirk Douglas e Burt Lancaster, amici pure nella vita, sullo schermo hanno interpretato Due tipi incorreggibili , due vecchietti disarmati di fronte alla vita di tutti giorni che decidono di ripetere la rapina al treno fatta di trentanni prima in un ultimo sussulto di gloria. Lo stesso Burt Lancaster ha dato vita nel magnifico Atlantic City di Louis Malle a un malinconico personaggio di piccolo delinquente poco a suo agio con i tempi moderni.

Così Stevens si affida ad Al Pacino, Christopher Walken e Alan Arkin per il ruolo di tre pensionati del crimine.

Val (Al Pacino) esce di prigione dopo avere scontato una pena di 28 anni e viene accolto dall’inseparabile amico Doc (Christopher Walken), il quale suo malgrado ha il compito di doverlo uccidere per rispondere al cattivo di turno, a meno di pagarne lui stesso le conseguenze. I due amici fraterni sanno a cosa andare incontro e decidono di rivivere una notte brava andando pure a prelevare Hirsch (Alan Arkin), chiuso in un ricovero perché gravemente malato di enfisema. I tre ritrovano lo smalto di un tempo pur andando verso l’inevitabile finale.

I tre premi Oscar si esprimono rincorrendosi al meglio in una gara di bravura attoriale che da sola vale il costo del biglietto. I loro personaggi sono uomini di parola, hanno la schiena dritta. Per loro nulla contano i rischi, la vita può essere vissuta solo eroicamente, magari sfidando gli acciacchi dell’età e chiunque li ostacoli. Non sarà l’età e neppure la polizia a fermarli. Sono i protagonisti di un’epoca che non c’è più, testimoni di un tempo di onore che il giorno d’oggi butta nella spazzatura.

Uomini di parola è a tutto tondo un film discreto, una commedia gradevole nel suo manierismo e lascia ampiamente soddisfatti per la prova di tre grandi attori che non tramontano mai, Al Pacino su tutti.

Dario Arpaio

 


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