Evviva Gloria di Sebastián Lelio

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gloLa cilena Paulina Garcia è la strepitosa protagonista di Gloria, film di Sebastián Lelio presentato all’ultima Berlinale dove la sua intensa interpretazione le è valsa l’Orso d’argento come miglior attrice. Gloria entrerà quasi certamente anche in lizza tra i migliori film stranieri nella notte degli Oscar. E cos’è mai questo semplice piacevolissimo film cileno dal titolo che ricalca l’omonima arcinota canzone di Umberto Tozzi, la cui cover chiude gioiosamente l’ultima scena? Gloria è una dolce amara storia di solitudine, di quelle che vorrebbero mordere la vita invece di subirla apaticamente. Sebastián Lelio racconta i desideri di una sessantenne che non vuole stracciare i suoi giorni disperdendo la vita nel silenzio di una incipiente vecchiaia. I figli li vede raramente; vivono le proprie storie. Gloria ha un marito che l’ha abbandonata. Ha un lavoro, è indipendente. Va a ballare spesso. Cerca compagnia occasionale. E’ intimidita dal vuoto che scopre in se stessa. Poi trova un compagno. Dopo un attimo di gioia, la vera natura del loro rapporto non tarderà a emergere lasciandola prostrata. Ma alla fine…

Lelio nel raccontare Gloria offre al tempo stesso uno spaccato del Cile odierno, dove per bocca dei suoi personaggi, ci dice come sia cambiato un Paese che pare non conoscere più se stesso, omologatosi in quella scellerata corsa al consumo che cancella le coscienze. Pochi cenni, ma sufficienti per ricordare, in contraltare, un altro film cileno di successo, quel No, I giorni dell’arcobaleno, firmato da Pablo Larraín, dove, in un altro tempo, la fantasia sconfigge la barbarie di una dittatura. Larraín è, tra l’altro, anche co-produttore del film di Lelio ed entrambi sanno raccontare il Cile, capaci come sono di toccare i punti nevralgici di quella società la cui immagine odierna forse sfugge a se stessa, persa nella scia di una globalizzazione capace di spersonalizzare e annichilire le radici di qualsivoglia popolo. Magari alla fine, in un sussulto di vita, canteremo tutti il nome di Gloria perché “nei suoi fianchi la mattina nasce il sole, entra odio ed esce amore…”

Dario Arpaio

 

 


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