Bouli Lanners e il suo Eldorado Road

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bouli-lanners.jpgPhilippe “Bouli” Lanners è belga. Vive in un barcone sulla Mosella. E’ stato pittore, attore di un certo successo in patria e sceneggiatore. Arriva come regista al suo secondo lungometraggio con un film davvero coinvolgente, Eldorado Road, che vede lui stesso anche come protagonista (nella foto a lato).

Ma veniamo al titolo. Lo stesso Bouli spiega, nelle note di regia, che aveva in mente di utilizzare una Cadillac Eldorado per le riprese. Da ciò il titolo rimasto tale pur dovendo poi ripiegare su di una Chevrolet Caprice dal nome assai meno confacente per una storia sì tenera, ma anche cruda e reale come ogni road movie che si rispetti. Con le prime scene si incontra un vecchio fiammingo, il quale asserendo essere Gesù, si sente però in dovere di avvertirci che si guarderà assai bene dal farsi crocifiggere una seconda volta… E poi arriviamo a Bouli, al suo rientro a casa, a tarda sera, dove scopre uno sfigato ladruncolo nascosto sotto il letto. Da questo episodio, accaduto a Lanners, in parte, anche nella realtà, principia un viaggio. Bouli non se la sente di infierire su quello che si dimostra essere un giovane sbandato. Forse lo sono entrambi. Si offre allora di accompagnarlo alla casa paterna, quasi sentendosi in dovere di accudire il ragazzo, dando un senso maggiore anche alla propria esistenza di squinternato venditore di macchine d’epoca. Da lì in poi i due  incontrano, lungo la via verso il confine, personaggi vari, tra i quali un inquietante Philippe Nahon (lo ricordiamo nel recente L’ultima missione di Marchal). Le situazioni si alternano: dal buffo all’esilarante al commovente, con il senso acuto e drammatico di una realtà che non lascia scampo agli ultimi, agli sconfitti. Bouli se ne torna poi solo, con la sua vecchia Chevrolet, nella sua dimensione, un po’ rifugio, un po’ fuga dal mondo. La strada resta lì, per chi vuole percorrerla, ciascuno a modo suo.

Eccellente la fotografia di Jean-Paul De Zaeytijd, che trasforma il grigiore del Belgio in un paesaggio dalle sfumature western. Il film presentato per la prima volta alla 40° “Quinzaine des Realisateurs” del Festival di Cannes 2008 ha vinto il “Premio Europa Cinema” per il miglior film, nonché il premio FIPRESCI. Veramente interessante Bouli Lanners con il suo Eldorado, che secondo Le Monde è davvero ‘un petit bijou’!

Dario Arpaio

3 commenti su “Bouli Lanners e il suo Eldorado Road”
  1. Guendalina Borgia ha detto:

    La recensione incuriosisce, invita dolcemente ad osservare una storia tranquilla, o quasi, un piacevole intermezzo nella vita frenetica e violenta di tutti i giorni. Complimenti!

  2. Giuseppe Montesano ha detto:

    ciao dario sembrerebbe un film da vedere….la tua recensione promette bene

  3. Dario Arpaio ha detto:

    a mio modesto avviso, è un film da non perdere: secco, efficacemente visionario ma ancorato ai drammi e alla visione dei senza nome, degli ultimi. sempre indossando una leggera veste tessuta di sorriso e di pianto, quelli del nostro quotidiano.
    ciao


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