Woody Allen dice Basta che Funzioni per essere felici

Di

basta che funzioniWhatever Works. Basta che Funzioni, almeno secondo Woody Allen. Purché funzioni. Ammesso e non concesso che possa funzionare. Ma sì, perché non dovrebbe, in fondo, basta lasciarsi un po’ andare e la felicità è proprio lì davanti a noi.

Woody Allen torna alla New York di tanti suoi film. Torna a Manhattan, a Chelsea, tra intellettualoidi e artistoidi che si ritrovano amici nel solito caffè per spettegolare sul mondo, ritornando poi nel solito loft di quelli con i mattoni a vista. Woody, anche stavolta, in Basta che Funzioni, crea un suo alter ego, lo chiama Boris, e lo carica di tutti i difetti (suoi): ipocondriaco, cinico, irascibile, scontroso, misantropo, ma tanto tanto fragile. Al punto da lasciarsi andare, all’improvviso, corazza e tutto, anima e corpo, catturato da Melody, dalla sua gioia di ventenne, incontrata per caso, solare e bella, allegra e piena di candido affascinato stupore per le continue bizzarre sfuriate del protagonista nel  provocante sfoggio della sua superiorità intellettuale di ex-fisico quantistico, dal QI 200, e quasi in odor di Nobel.

Basta che Funzioni è un nuovo capitolo dell’opera di Woody Allen, a mezzo tra il vecchio stile iconoclasta, esilarante e misantropo, che non salva nulla del nostro mondo attuale, e il nuovo, per intenderci quello già visto in parte in Vicky Cristina Barcelona, dove Woody regista si apre di più alla sua fragilità, più simile all’uomo della strada, quello che va alla continua ricerca di giustificazioni, vere o presunte, del proprio operato, tutto teso a inventarsi nella vita quel breve ma intenso momento di felicità, ovunque, purché si trovi davvero e basta che funzioni. Il film è divertente, le battute incalzano al ritmo dei vecchi tempi (in effetti la sceneggiatura di Allen risale a circa trentanni fa).

Il protagonista Boris è interpretato magistralmente da Larry David, amico di Allen, un comico assai popolare negli Usa. La ragazza, Melody Celestine è interpretata da una fresca Evan Rachel Wood e le divertenti macchiette dei suoi genitori stanno a un’elettrica Patricia Clarkson e al solito tontolone Ed Begley Jr. Il film scorre veloce, diverte fino in fondo, anche se non è il miglior Woddy Allen, e forse, piace di più proprio per questa sua nuova identità, un po’ più simile alla nostra, quando ci guardiamo nello specchio, al mattino, mentre ci laviamo i denti.

Dario Arpaio

2 commenti su “Woody Allen dice Basta che Funzioni per essere felici”
  1. laura ha detto:

    vorrei vedere il film

  2. paola t. ha detto:

    ho visto il film e mi è piaciuto molto…più di altri.
    Woody A. riesce ad abbozzare un quadro della società di oggi veramente azzeccato e sagace, ironizzando con leggerezza sulle debolezze e sulle sicurezze dietro le quali ci si rifugia (le nostre corazze per intenderci), ma ci assolve tutti, lui compreso.
    forse ci vuole dire che la strada per ritrovare se stessi non è quasi mai quella “canonica”, scritta e indicata dal perbenismo sociale, ma sta spesso proprio nelle pieghe più recondite e nei luoghi meno illuminati dalla luce.
    ognuno trova la sua strada da sè, che è tutta personale e non è mai uguale a quella degli altri e solo questa va bene…basta appunto che funzioni (per noi e solo per noi)!


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloCine.net – Guida e storia del cinema supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009