La desolazione di Smaug. Bentornato Jackson!

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imagesAndata e Ritorno è il titolo del terzo episodio della saga dello Hobbit, atteso sugli schermi per la fine del prossimo anno. Sarà l’ultimo atto del tentativo di Peter Jackson per bissare il mirabolante successo del Signore degli Anelli un-due-tre. Per ora dobbiamo accontentarci, deliziandoci, della Desolazione di Smaug, secondo episodio che prosegue Un Viaggio Inaspettato, quello di Bilbo Baggins e della combriccola dei nani guidati dal fiero Thorin Scudo-di-Quercia. Sono loro a far parte della compagnia, coadiuvata dal mago Gandalf il Grigio, lanciatasi nell’impresa di riconquistare il regno e il tesoro dei nani sepolto nella montagna di Erebor, custodito dal terribile iracondo drago Smaug lo sterminatore.

Va sottolineato che se nel primo episodio emergeva una certa lentezza e, in trasparenza, più di un artificio da botteghino, in questo secondo film è come se Jackson avesse rinverdito lo smalto del cineasta che tutti abbiamo imparato ad ammirare. La sceneggiatura è bene articolata e cattura l’attenzione, soprattutto se si considera che Jackson e i suoi hanno lavorato su di un testo di Tolkien antecedente all’opera ben più complessa del Signore degli Anelli e lungo poco più di trecento pagine. La vicenda viene appena rimaneggiata ai fini di una narrazione cinematografica più compatta, ripescando –anche un po’ furbescamente- il personaggio di Legolas, attribuendogli occhi azzurri penetranti che stravedono per un altro personaggio inventato di sana pianta, l’elfa Tauriel. Costei non nasconde la sua simpatia per Fili, uno dei nani di Thorin, il che autorizza qualche simpatico svarione sulla storia originale.

Eccellente l’interpretazione di Martin Freeman nel ruolo di Bilbo, sempre più a suo agio nel personaggio, credibile e forte. Inutile dire dei soliti noti, Bloom e McKellen. Piacevoli sorprese sono Evangeline Lilly, l’elfa innamorata, e Luke Evans nei panni di Bard il contrabbandiere, che avrà un ruolo più determinante nell’ultimo episodio.

Le locations sono magnifiche. La squadra di Jackson ha girato in lungo e in largo la Nuova Zelanda per trovare i luoghi adatti alle riprese, in particolare per quelle della rocambolesca fuga dei nani dentro le botti tra le rapide di un tumultuoso fiume.

Un plauso particolare va alla bravura di Benedict Cumberbatch che dà corpo e voce allo spaventoso drago Smaug. Nel doppiaggio italiano il ruolo è di Luca Ward. Da un certo punto di vista, Smaug colma il vuoto lasciato da Gollum.

In conclusione, la Desolazione di Smaug è un bel film dal ritmo serrato, denso di azione per un divertimento assicurato. Tutto merito di Jackson e del suo consolidato team capaci di garantire un purissimo artigianato coniugato in maniera eccelsa con la più fine tecnologia digitale. Il bentornato Jackson si prende qualche licenza poetica, ma senza tradire Tolkien e il suo grande ineguagliabile canto. Non resta che attendere il pirotecnico finale del prossimo Andata e Ritorno.

Dario Arpaio.


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