La Bussola d’Oro

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bussola d'oro

Nell’eterna lotta tra il Bene e il Male si interpone una ragazzina di 11 anni, Lyra (una espressiva Dakota Blue Richards) con doti di preveggenza applicate alla lettura dei segni di una bussola chiamata aletiometro. La trilogia ha inizio appunto con La Bussola d’Oro, e ci condurrà nel mondo creato da Phillip Pullman con la saga ‘His Dark Materials’ ovvero ‘Le Materie Oscure’ laddove sarà possibile attraversare universi paralleli alla ricerca della verità.

Forse il regista Chris Weitz dopo aver cucinato varie American Pies (vedi gli episodi 1 e 2 degli studenti porcelloni) non si è ben reso ancora conto di cosa significherà per lui confrontarsi con la forza strepitosa de ‘Il Signore degli Anelli’ pur proposto dalla stessa NewLine.

Peter Jackson con la sua interpretazione di J.R.R.Tolkien ha inciso con caratteri di fuoco il suo nome nella storia del cinema contemporaneo. Beninteso, l’opera di Pullman è molto diversa da quella tolkeniana, non c’è opposizione tra le due. Pullman ci narra della tentata conquista della libertà in un mondo retto da una sorta di Grande Fratello che vuole dominare il futuro alterando le coscienze dei bambini, coloro i quali nel domani potrebbero rappresentare una minaccia eretica e non sottostare più al controllo del Potere Oscuro.

Proprio quello stesso che ci vuole succubi ubbidienti e mai e poi mai libertari impenitenti. Staremo a vedere nei prossimi sequels come la perfida mrs Coulter (grande magistrale prova di Nicole Kidman, non si potrebbe immaginare altri se non lei, impareggiabile) riuscirà a fermare la piccola Lyra e i suoi amici a cominciare da lord Asriel (Daniel Craig forse non al meglio di quello di 007), la strega Serafina (Eva Green sensuale e un po’ sacrificata in un ruolo che per ora non le offre molto spazio interpretativo), il ruvido aeronauta Lee Scoresby (per Sam Elliott è sufficiente mostrare i suoi mustacchi d’argento e lo sguardo sardonico per essere a suo agio nel ruolo) senza dimenticare il re giziano John Faa (un perfetto Jim Carter).

golden compass poster

Un cenno a parte va agli effetti speciali e alle scenografie che ci lasciano sorprendentemente ammirati per le vie di una Londra dorata o spettatori di lotte all’ultimo sangue tra i giganteschi orsi polari. Molto intrigante e originale è la presenza dei Daimon a fianco di ogni abitante del mondo voluto da Pullman. Ogni essere vivente è accompagnato da questa sorta di alter ego che si trasforma al seguito dei bambini, e che impersona la coscienza e realizza il carattere ultimo degli adulti.

A ogni buon conto una nuova trilogia che in USA al botteghino ha surclassato di gran lunga il melenso ‘Come d’Incanto’. Ma attenzione ai fratelli Coen che tallonano i due fantasy con la loro magistrale trasposizione del romanzo duro di Cormac McCarthy ‘No Country for Old Men’ già edito da Einaudi con il titolo di ‘Non è un paese per vecchi’. Il film è stato insignito di premi nella magistrale interpretazione di Tommy Lee Jones e Javier Bardem. Questo solo per appuntare che c’è anche un altro cinema che non vive di merchandising.

2 commenti su “La Bussola d’Oro”
  1. walter ha detto:

    I contenuti di questo film sono altamente altamente ateistici.

    Confrontare: http://www.evangelici.net/notizie/1197299248.html

  2. Dario Arpaio ha detto:

    Effettivamente l’autore della saga Philip Pullman si schiera contro la chiesa e i dogmi in genere. Walter ha perfettamente ragione, ma sono dell’idea che ognuno debba potere cercare la propria strada senza farsi influenzare. Facile a dirsi quanto difficile da realizzare. Eppure non penso che con tutto il marciume che il nostro tempo ci mostra, un film come questo possa arrecare danno.
    Dario Arpaio


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