30 giorni di buio

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30-giorni-di-buio.jpgLa vicenda si svolge nella cittadina dell’Alaska più a nord degli Stati Uniti. Si chiama Barrow, che sta anche a significare la collina delle sepolture, nome quanto mai azzeccato per far vivere sullo schermo 30 Giorni di Buio, un horror prodotto dal magistrale Sam Raimi (e chi se no…). Durante la lunga notte invernale, il buio avvolge Barrow per 30 lunghi giorni, ma non tutti i 450 abitanti accettano la claustrofobica esperienza. Molti di loro si trasferiscono nella capitale Anchorage prima dell’ultimo tramontar del sole. Restano in 154. La lunga notte diventa però il pretesto ideale per l’assedio di un nutrito gruppo di non-morti assetati di sangue guidati da un maligno capo-vampiro, un terribile gelido Danny Huston. Il film, per la regia di David Slade, è frutto dalla sceneggiatura di Stuart Beattie (vedi Pirati dei Caraibi, La maledizione della Prima Luna) e di Steve Niles co-autore con Ben Templesmith della omonima graphic-novel, come vengono chiamati oggi i fumetti d’autore. Neve e sangue, buio e terrore, tutti ingredienti assai ben miscelati per un’ora di proiezione ultra-splatter. Ma anche alta tensione che sicuramente non deluderà gli amanti del genere. Poi forse ci si dilunga un po’ troppo e per certi tratti la sceneggiatura tentenna, ma i protagonisti oltre al già citato super cattivo ce la mettono tutta per salvarsi la ghirba; a cominciare dal giovane sceriffo, un sofferto Josh Hartnett (lo ricordiamo in Black Dahalia a fianco di Scarlett Johansson che divenne anche la sua compagna proprio durante le riprese del noir di De Palma). Anche la di lui ex-moglie interpretata da Melissa George (la ricordiamo in Mulholand Drive di David Lynch) non lesina brividi e urletti.

Magistrale la ripresa aerea delle vie di Barrow ormai nelle mani dei vampiri che fanno scempio dei pochi abitanti che tentano invano la fuga. Perbacco, come non averci pensato prima, dice il capo-vampiro, 30 giorni di gnam gnam senza pericoli di sorta… Sembrano davvero invincibili, ma come in ogni film del genere arriva l’alba giustiziera… comunque con un finale a sorpresa. Da non mancare la perfidia disperata dello straniero interpretato da Ben Foster (vedi Yuma 3:10), colui il quale apre la strada alla nave dei cattivi come nel mitico Nosferatu.

Dario Arpaio


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