Recensione di The Brave

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The Brave (Ribelle) è un film sicuramente divertente che vive le sue vicende tra paesaggi scozzesi ricchi di misticismo e di magia, molto ben progettati. La colonna sonora è orchestrata in maniera encomiabile. Dalle sonorità celtiche si passa a brani ben più melodici e ricchi di atmosfera Disney come Il cielo toccherò (traduzione del testo inglese Touch the sky) e Tra vento e aria (Into the open air) di Julie Fowlis, interpretati dalla cantante Noemi, in maniera molto ben amalgamata al contesto.

Ribelle è il primo film della Pixar a vedere come protagonista una principessa che si oppone al proprio destino confezionato da lustrini di educazione e portamento. La principessa Merida tutto è tranne che una principessa da salvare, testimone ne è la sua folta chioma rossa che manifesta totalmente la sua ribellione a tutto quanto le comanda la regina Elinor, sua madre. Merida non vuole imparare le buone maniere e non vuole sentire parlare di indossare vestitini stretti. Ciò che desidera è poter scegliere il suo destino, scoccare frecce col suo arco, scalare montagne e bere dalle sorgenti. Ma il volere della tradizione non la auspica guerriera come il padre, Re Fergus, bensì futura sposa come invece desidera sua madre, con tanto di sfida tra i pretendenti, i quali dovranno lottare per la sua mano. Merida a questo destino vuole sottrarsi in ogni modo e con ogni espediente. Così, complice una strega malvagia, la principessa e la regina si troveranno in un bel pasticcio causato da un incantesimo “tarocco”: la regina Elinor si trasformerà in un orso proprio come quello che aveva attentato la vita di Re Fergus anni prima (divorandogli una gamba). Compito di Merida sarà riuscire a rimediare a quanto accaduto, prima che l’incantesimo trasformi per sempre la regina Elinor in un orso a tutti gli effetti. Un orso fatto di istinto. Incapace di riconoscere Merida e la propria famiglia. Questo terribile sortilegio le aiuterà a “ricucire” il rapporto di madre-figlia?

La principessa Merida ha una fisicità che la contraddistingue maggiormente rispetto agli altri personaggi del film. L’elemento che spicca in maggior misura è la caratterizzazione dei suoi capelli che, nella lavorazione di ogni singola ciocca, sono costati parecchio lavoro in più ai creatori della Pixar. Mark Andrews, al quale è stata affidata la regia, spalla a spalla con Brenda Chapman, co-regista e sceneggiatrice della pellicola, stilizzano una storia che sa più di favola targata Disney.

In Ribelle i personaggi adottano forse una comicità maggiore che negli altri film targati Pixar e il loro impiego è sfruttato esclusivamente a tale fine. La storia infatti diverte molto ma vede solo nelle donne l’autentico protagonista. I personaggi maschili prendono contorni solo comici e mai veramente determinanti. Re Fergus, papà di Merida, stempera con divertimento ogni singola situazione, i tre fratelli, invece, oltre a essere comici si assumono anche la parte di imprevedibili aiutanti “sabotatori”. Per non parlare dei pretendenti di Merida, caratterizzati con l’unico scopo di far ridere.

Merida e la regina Elinor, madre della principessa, sono la parte vincente e riflessiva del film. Entrambe dovranno imparare qualcosa l’una dall’altra, e dovranno percorrere insieme “quei fuochi fatui” che le guideranno al loro integerrimo destino. È il legame tra di loro l’aspetto più maturo e bello del film. Quell’elemento che non solo a tratti fa sorridere ma emoziona e fa comprendere a Merida che forse la tradizione viene sopra ogni cosa, se questo vuol dire continuare ad amare senza rischiare di perdere le persone vicine. E d’altro canto anche la regina imparerà che per tale amore le cose possono anche cambiare.

Merida non è un’eroina, né una guerriera e non esiste un vero “cattivo” in questo film, il Teaser trasmesso nei primi periodi di promozione, forse è stato un po’ ingannevole. Il messaggio che deve essere recepito è davvero più profondo della solita lotta tra il bene e il male. Quante famiglie non si parlano per anni e i loro membri rischiano di diventare degli autentici sconosciuti l’uno per l’altro? La famiglia è la nostra casa ed ciò che più abbiamo di autentico nella nostra vita. Merida ed Elinor ci insegnano che, a volte, è bene fare un passo indietro e tentare di ascoltarsi e capirsi reciprocamente per non rischiare di diventare degli estranei per il resto della nostra esistenza, senza neanche più ricordare ciò che di bello e importante c’è stato.

Una pregevole nota va al corto trasmesso prima del film, come di consuetudine, intitolato La Luna che parla di com’è bello andare a “lavoro” con il papà e il nonno, per mezzo della loro umile barchetta, e vedere come ancorano la luna e come la ripuliscono dalle stelle cadenti che la ricoprono. Toccante e dolce, proprio come quelle stelle, che sembrano fatte di zucchero.

Loris Baiardi


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