Lunchbox, la schiscetta dell’amore a Mumbai

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lunchThe Lunchbox è il ‘baracchino’, o se preferiamo, la ‘schiscetta’, il portavivande di antica memoria proletaria. In India, è ancora in uso come da noi facevano i nostri nonni (o padri). La moglie preparava -in genere con amorosa cura- ciò che il marito avrebbe consumato nella pausa pranzo. A Mumbai, esiste  una vera e propria organizzazione di pronto recapito dei pasti caldi, dal produttore al consumatore. Sono famosi i ‘Mumbai Dabbawallahs’, quelli che passandosi di mano in mano i preziosi contenitori, attraversano la città con tutti i mezzi di trasporto possibili per sfamare chi richiede i loro servigi. Così è nel film Lunchbox di Ritesh Batrache che ha riscosso un certo plauso alla Semaine de la Critique a Cannes 2013.

Si tratta di una romantica commediola sentimentale condita con un pizzico di retrogusto amarognolo, dove le solitudini dei protagonisti si fondono e confondono sulla scena di una città supertrafficata, superaffollata, come Mumbai, rumorosa, maleodorante, dove ci si accalca sui mezzi pubblici in maniera quasi inverosimile per noi.

Un barbuto indiano in completo bianco bussa alla porta dove una ragazza dal viso dolce (la bella e brava Nimrat Kaur) gli porge il baracchino amorosamente preparato per il marito. Il barbuto indiano inforca la sua bicicletta stracarica di lunchboxes e corre via sotto la pioggia battente. Arrivato alla stazione ferroviaria affida ad altri barbuti indiani in completo bianco il prezioso bene. Innumerevoli lunchboxes, arrivati da ogni dove, vengono poi ben allineati in grandi contenitori per essere caricati da altri ancora sul treno che attraversa Mumbai insieme con il suo carico di umanità varia. Alla stazione successiva, stessa operazione al contrario fino a che un nuovo indiano barbuto in completo bianco arriva nei posti di lavoro. Attraversa con fare sicuro uno dei tanti open space costellati di scrivanie. Nessun impiegato proferisce parola, riceve la schiscetta e continua il proprio lavoro a capo chino. Così ogni giorno, i baracchini arrivano pieni per essere ritornati vuoti alle dolci mogliettine. Una modalità di ritiro e consegna pressocché perfetta, basata sulla lettura guida di un piccolo numero identificativo del mittente e del destinatario. Tutto regolato alla perfezione, come orgogliosamente fa notare uno dei barbuti indiani in completo bianco affermando che anche il principe Carlo ha reso omaggio ai Mumbai Dabbawallahs, ammesso che ciò sia un punto di merito…

Ma il destino si prende spesso gioco degli uomini. Così per un errore galeotto, un lunchbox arriva alla persona sbagliata. Da questo momento, nel film, si intrecciano le lettere che si scambiano i due protagonisti, per ringraziare delle inaspettate delizie assaporate lui. Per contraccambiare e compiacersi di tanta attenzione lei, cuoca, moglie triste di un marito assente. Via via che la storia continua, gli scritti dei due protagonisti si susseguono raccogliendo i rispettivi desideri, le solitudini, il disagio del vivere quotidiano. L’amore (im)possibile cresce come venticello fino a far maturare la speranza di una fuga insieme.

Lunchbox è un film discreto, piacevolmente sentimentale. Ritesh Batra sfrutta al meglio le capacità interpretative di Irffan Khan nel ruolo di lui, come altrettanto per Nimrat Kaur nei panni della moglie tradita. Una storia d’amore dolceamara che ci racconta di come, a volte, il treno sbagliato può portare nella giusta direzione

Dario Arpaio


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