Coraline e la Porta Magica di Henri Selick

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coraline.jpgGli amanti del fumetto conoscono bene il nome dell’inglese Neil Gaiman, sceneggiatore delle avventure di Sandman. Neil ama i gatti alla follia (ne ha addirittura sette) e proprio a uno spelacchiato gatto nero affida la bambina Coraline nelle sue peripezie attraverso due mondi separati da una porta, neanche a dirlo, magica.

Dal romanzo dell’inglese il genio di Henri Selick trae la vicenda di Coraline e la Porta Magica, primo film d’animazione girato con la tecnica stop-motion a essere proposto in 3D tramite l’utilizzo di due fotocamere digitali per consentire la registrazione di immagini stereoscopiche.

L’effetto è straordinario. Ci sono voluti tre anni di lavorazione per portare sullo schermo le avventure della ragazzina senza paura. Uno degli aspetti innovativi di Selick sta anche nel lavoro certosino che si è reso necessario per dare al personaggio principale più di 27.000 diverse espressioni facciali, ottenendo un risultato di gran lunga superiore a quello conseguito, per esempio, con il Jack Skeletron, che ne assumeva ‘solo’ centocinquanta, nell’indimenticabile Nightmare Before Christmas, che nel ’93 ha unito il nome di Tim Burton a quello di Henri Selick in un’accoppiata memorabile.

In Coraline le riprese sono state estenuanti, per girare soli 75 secondi è occorsa più di una settimana di lavorazione con costi alle stelle. Infatti la produzione per la Laika Entertainment House ha portato una spesa di quasi 70 milioni di dollari, però il risultato pare proprio non deluda le aspettative, anche se il cinema d’animazione che non viene dai circuiti più potenti non ha mai vita facile con la distribuzione.

Selick è certo un precursore nel suo genere e la sua piccola Coraline (in realtà è un pupazzo di 24 centimetri circa) non dovrebbe deludere il suo creatore. Qualcuno definisce il personaggio come una nuova Alice, ma è solo una ragazzina di oggi, un po’ annoiata, trascurata dai due indaffaratissimi genitori, la quale si ritrova da sola a dover affrontare le sue paure per soddisfare il suo bisogno di attenzione. Coraline è tanto simile ai ragazzini dei giorni nostri che hanno tanto di più, quanto sempre meno la vicinanza assidua dei genitori in un tempo che reclama da tutti solo una esasperata produttività per favorire un consumismo becero.

Anche secondo Selick il mondo reale, dove vive la protagonista, è reso con colori più opachi rispetto a quello della magia dei desideri dove spiccano le tinte accese. Alla fine trionferà il coraggio e la determinazione della piccola che insieme con un gatto nero spelacchiato e un goffo bambino ristabiliranno equilibri e affetti familiari, e di questo c’è tanto bisogno, oggi come non mai.

 

Dario Arpaio


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