In The Valley of Elah vincerà il Leone d’Oro?

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Venezia 2007 sarà l’ennesima consacrazione per Paul Edward Haggis? Già, perché il regista canadese (classe ’53) ha già vinto tutto come sceneggiatore, regista e produttore. Ed è anche colpa sua … la prima serie di Walker Texas Ranger … Ma ci ha pur regalato (soprattutto nel ruolo di sceneggiatore) indimenticabili movies come Million Dollar Baby, Letters from Iwo Jima, e soprattutto Crash, con il quale ha vinto l’Oscar per il miglior film. Tutte pellicole a sfondo amaro, risultato di una lettura acida, corrosiva o forse soltanto vera di una realtà che opprime e annichilisce, dove non c’è spazio per i vecchi, parafrasando il bel romanzo di Mc Carthy.

Ebbene Venezia, forse, attribuirà il Leone d’Oro alla nuova fatica di Haggis: In the Valley of Elah. Un reduce, Tommy Lee Jones, non crede alle risposte che l’esercito gli fornisce sulla improvvisa scomparsa del figlio appena tornato dall’Iraq e, aiutato da un splendida quanto irriconoscibile bruna detective interpretata da Charlize Theron, indaga per suo conto. Tommy Lee insegue, bracca una verità che via via si rivelerà amara e schiacciante.

La sceneggiatura è stata costruita in parte su fatti veramente accaduti (tratti da un articolo scritto su Playboy da un marine reduce dall’Iraq) e in parte attraverso una serie di interviste fatte a reduci. Haggis stesso però precisa che non si tratta di un film antimilitarista bensì di un reportage su ciò che è la guerra irachena vissuta dagli americani in patria. Tommy Lee e Charlize ci fanno entrare in un torbido labirinto alla fine del quale c’e solo una chiusa possibile. Questo pare essere uno dei tanti volti degli Stati Uniti oggi.  Ma se ogni guerra è tragica di per sé, c’è ancora spazio per gli eroi? Il volto crudo, scolpito dal vento del Texas di Tommy Lee Jones forse ci suggerisce ancora una volta la risposta.

2 commenti su “In The Valley of Elah vincerà il Leone d’Oro?”
  1. guendalina borgia ha detto:

    In una società come quella in cui viviamo, ogni giorno sconvolta da episodi di inaudita cruedeltà nei confronti dei nostri simili, la sete della verità, del perchè nonostante la nostra crescita intellettiva possano succedere tali eventi aumenta di pari passo. Ben venga, quindi, tutto ciò che è in grado di fornire una risposta alle nostre domande soprattutto attraverso il cinema, la forma artistica più vicina alla gente, quella che colpisce di più e che rimane più impressa nella memoria. Allora auguri “In the valley of Elah”!

  2. Elvezio Sciallis ha detto:

    Grazie per il commento, belle parole davvero! Ci uniamo agli auguri e speriamo in un suo trionfo.


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