Terry Gilliam torna a lottare contro i mulini a vento

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Terry GilliamNoi di solocinema abbiamo un debole per quei registi che osano l’impossibile.
Non importa che ci riescano o meno, quel che conta è l’enormità del loro immaginario, il coraggio (alcuni direbbero follia) dei loro sogni. Sogni contro cui si ribellano sia la natura che gli uomini, facendoli spesso crollare rovinosamente.

Friedkin con Il Salario della paura.
Coppola e la sua Apocalisse.
Cimino che non ha mai varcato del tutto quei Cancelli.
Loro hanno davvero volato là dove osano le aquile. Ma c’è qualcuno di ancora più grande e folle di tutti questi filmaker: Terry Gilliam.
Ogni progetto di questo sessantasettenne del Minnesota è sempre stato teso a superare i limiti del cinema comunemente accettato, dai tempi dei Monthy Python in poi.
Dagli incubi claustrofobici di Brazil alla schizofrenia cronologica de L’esercito delle dodici scimmie fino alla stramba fiaba di Tideland, passando per i sogni lisergici di Paura e delirio a Las Vegas, Gilliam ha sempre osato.
Spesso cadendo ma senza mai piegare e asservire la sua fantasia ai voleri di qualche grigio produttore.

E ora eccolo tornare su un suo vecchio progetto, da tempo inseguito, iniziato e mai finito. Il grande visionario proverà di nuovo a filmare il suo personale Don Chisciotte: i diritti sono tornati fruibili e Johnny Depp sembra ancora disponibile.
Nessuno meglio di un regista abituato a lottare contro i mulini a vento può filmare l’epopea del re dei lottatori contro i mulini a vento, giusto?

Ora si tratta solo di aver pazienza, di far incastrare i giusti fondi con le adeguate risorse umane e tecnologiche. E incrociare le dita, toccare ferro e battere sul legno, come dicono gli americani. In bocca al lupo, Terry.
Se ti serve un fido scudiero chiama pure quando vuoi!


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